martedì 12 aprile 2011

In un soleggiato pomeriggio di Aprile

   


Bernardo Soares, alias Fernando Pessoa afferma che leggere equivale a sognare per mano altrui, allo stesso modo osservare una fotografia è vedere con occhi altrui. L’arte è un sottrarsi all’azione o alla vita, affermava il contabile di Rua dos Douradores.  Esistono due tipi di artisti:  coloro che esprimono ciò che non hanno e coloro che esprimono quello che è restato di quanto hanno avuto.
È proprio questa frase che risuona nella mia mente in un soleggiato pomeriggio di Aprile, dopo aver conosciuto Jacques_Henri_Lartigue  (1894-1986), fotografo e pittore francese. Dalla ordinata e frenetica capitale Spagnola, mi ritrovo catapultato nella Francia dei primi del secolo passato a godere della fine estetica dell’eleganza.
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In questo incredibile viaggio indietro nel tempo, le foto dell’artista francese offrono una visione soggettiva dell’eleganza attraverso composizioni sapientemente equilibrate, filtrate da carezze e ricordi infantili, una fiaba antica sospesa in una dimensione senza tempo né spazio un incredibile ed estremo inno  alla vita.



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Ciò che traspare dall’osservazione delle foto di Lartigue è proprio una capacità di “sentire” in profondità di cogliere il tutto ed il suo peso attraverso la semplicità delle azioni quotidiane. “Vedere è essere distanti. Vedere nitidamente significa fermarsi. Analizzare è essere stranieri” ci ricorda ancora Bernardo Soares. Quanta verità!
Il pallone lanciato in aria tornerà a cadere, bisogna provare a qualunque costo a mantenerlo in questo stato fluttuante di sospensione. Il giorno non dovrebbe terminare mai. Attraverso i suoi lavori il fotografo francese prova a imprigionare l’implacabile trascorrere del tempo.


VIII

Le opere di Lartigue rispecchiano la consapevolezza dell’autore dei molteplici punti di vista dai quali il mondo può esser osservato, incluso la relazione tra gli opposti. “Ciò che è infinitamente piccolo, può raggiungere una dimensione maggiore di ciò che è estremamente grande”. Grazie alla sua capacità di cogliere il momento, imprigionarlo in una gabbia dalle dimensioni mutevoli, le immagini del fotografo francese sono in grado di catturare la magia di un istante, l’incertezza nella quale il tempo oscilla. Ed è proprio in questo intervallo che risiede la verità eterna delle immagini di Lartigue.



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L’attenzione e l’innovazione compositiva, attraverso la sperimentazione di inquadrature non convenzionali, l’esaltazione dello spazio attraverso giochi prospettici ripetuti o riflessi, donano profondità e ingenerano una profonda incertezza nell’estasiato osservatore. I protagonisti delle foto di Lartigue, sembrano smarriti tra vanità ed inesistenza, tra silenzio e mancanza di comunicazione.


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Attraverso l’uso di una sapiente Bianco e Nero e di un’eleganza compositiva fuori dall’ordinario le foto di Lartigue proiettano in una dimensione surreale in cui i protagonisti vengono esaltati nella loro estrema semplicità. La fotografia è uno strumento unico per fermare la vita, ed il fotografo francese ne è consapevole.
XIII

  La lotta continua contro il trascorrere del tempo ed il sogno realizzato di volare, sono costanti nelle opere di Lartigue. “E’ la forma di illudere l’inerzia del proprio corpo, conoscere l’esaltazione dell’altezza, l’adrenalina che scorre e sperimentare l’ebbrezza che produce l’indipendenza”
XIV

Catturato dall’infinito: Nel regno dell’incertezza, l’uomo ha una padrona assoluta: la natura. Essa costituisce questo grande mondo galleggiante, in essa identifichiamo tutte le nostre possibili contraddizioni. Di fronte l’immensità dell’oceano siamo soltanto dei minuscoli puntini che l’orizzonte dissolve in un eccesso di luce o che la mareggiata culla come boe lontane. In questa immagine, l’uomo intrappolato dalla lontananza, catturato dall’infinito, si imbatte nella sua solitudine.

La spiaggia è il luogo più grande della Terra, niente impedisce che i miei occhi volino e navighino infinitamente lontano

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XVI

 
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Grazie J.H. Lartigue per avermi regalato questo meraviglioso tuffo artistico in un dolce e caldo pomeriggio d’aprile
La vita è qualcosa di meraviglioso che balla, salta, vola, ride e passa



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