sabato 30 aprile 2011

Augusta





Ancora una volta Marco, rientrato da uno dei suoi viaggi, si sedette nel soleggiato giardino del palazzo reale ove Kublai Kan  lo attendeva, impaziente, per la consueta ed improrogabile partita a scacchi. Proprio il Gran Kan fece la prima mossa avanzando il pedone centrale e chiedendo a Marco notizie sulla leggendaria città di Augusta. Seduto gambe incrociate, Marco osservando la scacchiera, mosse il cavallo superando la schiera di pedoni e iniziò il racconto.
Ad appena sette ore di cammino verso ovest dalla città di Esperanza si giunge ad Augusta. Una complessa  gerarchia di differenti livelli sviluppano la città in altezza, un complesso intreccio di vie e anguste stradine percorse quotidianamente da gente proveniente da ogni angolo dell'impero attirati lì per le ragioni più disparate. Gli abitanti di Augusta attraversano i vari livelli spostandosi a bordo di curiose macchine del tempo gialle, i cui conducenti guidano mediante un articolato sistema di leve, servendosi di un antico gioco di specchi per comunicarne la direzione ai passeggeri.
Ma la cosa che più colpisce appena giunti ad Augusta e' l'ondata decadente che avvolge ogni cosa. Le splendide piastrelle colorate, un tempo ornamento e vanto della città hanno ormai smarrito la loro originaria bellezza, l'azzurro vivo si e' trasformato in grigio chiaro, il giallo tipico della città ha lasciato spazio ad un bianco pallido. Augusta  e' una donna matura  dallo sguardo malinconico smarrito nelle fredde acque del fiume che attraversa la città ed abbraccia l'oceano. Una donna meravigliosa, che nonostante l’età ed i vissuti non ha mai perso il suo eterno fascino. L'ignaro viaggiatore che percorre le strette via di Augusta viene rapito da un’attrazione senza tempo, trasportato dalle melanconiche note che salgono dalle taverne variopinte, ed  il rumore roco dei gabbiani che danzano in cerca di cibo.
In cima alla città fu costruita  un’antica fortezza tra le cui mura si cela un curioso segreto. Il reggente in carica domina ogni singolo angolo di Augusta senza muovere un passo dalla sua fortezza. Un ingegnoso sistema di specchi, leve idrauliche e funi proiettano lo sguardo del curioso sovrano all’esterno della fortezza, nella vita dei sudditi per  osservare la loro dedizione e carpirne i segreti più intimi. Un trucco antico conservato in una delle torri della fortezza, un occhio sulla città che proietta la sua frenesia all’interno del vuoto castello.
Tra le strette strade di questo incredibile labirinto, in cui perdersi diventa un sublime piacere per il viaggiatore, un teatro a cielo aperto spalanca quotidianamente  il suo sipario.  Un sofà abbandonato in una piazza è la scenografia ideale per questo teatro improvvisato.  Le tende si aprono e piccoli attori inconsapevoli entrano in scena, bambini, cresciuti troppo in fretta, giocano liberi saltando sul divano abbandonato palco ideale per i numeri dei giovani artisti.
Ma Augusta ha in serbo un ulteriore segreto per il viaggiatore solitario che si avventura tra le sue strade. Un fantasma dai mille volti aleggia in una dimensione senza spazio né tempo per le vie della città. La leggenda narra di strani incontri con personaggi diversi che si aggirano silenziosi offrendo danze  intellettuali agli smarriti viaggiatori che vi si imbattono. Non esiste viandante che non sia stato conquistano dal fascino senza tempo del fantasma e dei suoi mille personaggi.  Assorbito e catapultato in un parallelo labirinto interiore avvolto in un’ inquieta atmosfera intima alla quale e' difficile sottrarsi, l’ignaro viaggiatore assetato di cultura resta in attesa del prossima apparizione.
Regina in diagonale a protezione del re. Kublai kan, interruppe il suo ambasciatore e domandò cosa il giovane mercante avesse portato al suo imperatore in dono dalla tanto decantata Augusta. Senza rispondere direttamente Marco estrasse dal borsello di cuoio, una piccola bottiglia di vetro  adagiandola delicatamente al centro di un piccolo drappo di seta ai piedi del Grande Kan. Quest’ultimo, sorpreso alla vista del regalo del mercante esclamò:
- Mio giovane Marco, ogni ambasciatore di ritorno da un qualunque angolo del mio regno reca al mio cospetto pietre preziose, ornamenti in oro, sculture del legno più pregiato, tessuti di seta o di lino, ricchezze e mercanzie di pregio. In cambio tu estrai dalla borsa una semplice bottiglia, di comune vetro per giunta, al cui interno è contenuta un po’ di terra e dell’ acqua!
La mossa del Gran kan era estremamente intelligente e sottile, la consueta provocazione del sovrano che amava giocare con Marco. Il giovane mercante veneziano, per nulla sorpreso dall’affermazione del Sovrano, consapevole delle sue astute sfide, senza scomporsi ne' intimorirsi, rispose:
- E' un piccolo acquario, privo di pesci Grande kan.
Rispose il mercante, continuando.
- Ho portato fino a queste lontane terre i sapori e gli odori di Augusta affinché tu, estraendo il sughero di questo contenitore privo di valore, ti possa perdere nei sapori ed effluvi di Augusta e del suo immenso fiume che abbraccia l'oceano. All'interno è contenuta la terra su cui i miei piedi hanno camminato, l’acqua che ha lavato le mie membra stanche e piccoli tesori che il mare mi ha donato e che adesso ripongo ed affido alle tue pregiate mani, unitamente ad un messaggio del fantasma che io stesso ho conosciuto: "ogni cosa che e' stata nostra, anche se soltanto per la casualità della convivenza o della vista, perché e' stata nostra diventa noi".
 Augusta e' nelle tue mani mio venerato Kan, attraverso questa bottiglia potrai coglierne il sapore e l' odore e finalmente  Augusta diverrà tua per sempre.
*****
Una vez más, Marcos, regresado de uno de sus viajes, se sentó en el soleado jardín del palacio real, donde Kublai Khan estaba esperando con impaciencia para el juego habitual y urgente de ajedrez. El mismo Gran Khan hizo el primer movimiento de avance  el peones al  centro de la mesa, y requiedendo informes a Marco, sobre la legendaria ciudad de Augusta. Sentado con las piernas cruzadas, Marco mirando el tablero, adelantò el caballo más allá de las filas de los peatones y comenzó la historia.

Tan sólo siete horas a pie desde la ciudad de Esperanza se llega a Augusta. Una compleja jerarquía de diferentes niveles desarrollan  la ciudad en altura, una compleja red de calles y callejuelas recorridas a diario por personas de todos los rincones del imperio atraídos por muchas razones diferentes. Los ciudadanos de Augusta se mueven a través de los varios niveles, en curiosas máquinas del tiempo amarillas, que los conductores guían a través de un complejo sistema de palancas, utilizando un antiguo juego de espejos para comunicar la dirección para el viajero.
Pero lo más sorprendente acaba de llegar a Augusta es la ola decadente que envuelve todas las cosas. Los azulejos de bellos colores, una vez ornamento y orgullo de la ciudad han perdido su belleza original, el color azul brillante es hoy de color gris claro, los azulejos amarillos  típicos de la ciudad han pasado a un blanco pálido. Augusta es una mujer de mediana edad de ojos tristes, perdidós en las frías aguas del río que atraviesa la ciudad y abraca el océano. Una mujer maravillosa, que a pesar de su edad y sus experiencias, nunca ha perdido su atractivo eterna. El viajero desperdido en la estrecha calle de Augusta es secuestrado por un atractivo atemporal, transportado  por las melancolias notas que se elevan desde las tabernas de colores y el ruido estridente de la danza de las gaviotas en busca de alimento.

En la parte superior de la ciudad fue construida una antigua fortaleza entre los muros de las cuales si oculta un secreto curioso. El regente a cargo, domina todos los rincones de Augusta sin levantar una pata de su fortaleza. Un ingenioso sistema de espejos y de palancas proyectan  la curiosa mirada del rey fuera de la fortaleza en la vida de sus súbditos para ver su dedicación y aprender sus secretos. Un viejo truco almacenados en una de las torres de la fortaleza, con un ojo en la ciudad que proyecta su frenesí en el interior del castillo.

Entre las estrechas calles de este laberinto increíble, en las que pérderse se convierte en un placer sublime para el viajero, un teatro al aire libre todos los días abre el telón. Un sofá en una plaza desierta es el escenario ideal para este teatro de improvisación. Las cortinas se abrien y los jóvenes actores salen al escenario, los niños que crecieron demasiado rápido,juegan libre saltando en el sofá abandonado, escenario ideal para el número de los jóvenes artistas.

Pero Augusta tiene otro secreto para el viajero que se aventura solo entre sus calles. Un fantasma de las mil caras flotando en una dimensión sin espacio ni tiempo para las calles de la ciudad. La leyenda habla de extraños encuentros con diferentes personajes que deambulan silenciosos ofrecendo danzas intelectuales a los perdidos viajeros que  se encuentran con ellos. No hay viajero que no ha sido conquistado por el atractivo de los fantasmas y sus muchos personajes. Absorbidos y arrojados en un laberinto paralelo envuelto en una atmósfera de inquietud íntima, que es difícil de ignorar, el desprevnido viajero que tiene sed de cultura espera a la próxima aparición.

Regina en diagonal para proteger al rey. Kublai Khan, parò a su embajador y le preguntó lo que el joven comerciante había traído como regalo a sus emperador a su tan decantada Augusta. Sin responder directamente, Marco extraíò de la bolsa de cuero, un frasco pequeño de vidrio y lo bajò suavemente en el centro de una tela de seda, situada al pie del Gran Khan. Este último, sorprendido al ver el regalo del comerciante, dijo:

- Mi joven Marco, cada embajador que volve desde cualquier rincón de mi reino iba delante de mí con piedras preciosas, ornamentos de oro, tallas de madera más valiosa, tejido de seda o lino, cada riqueza y calidad de mercancía. A cambio, tu  extraes de la bolsa sólo una botella de vidrio común, en el que figura un poco de  tierra y de agua!

El juego del Gran Khan era muy inteligente y sutil, el reto habitual del soberano a quien le encantaba jugar con Marcos. El joven comerciante veneciano, para nada  sorprendido y intimidido por la pregunta del sobrano, conciente de sus retos astuto, contestò con calma:

- Es un pequeño acuario sin peces Gran Kan!

Dijo el comerciante, siguiendo

- He traído a estas tierras lejanas los sabores y olores de Augusta para que tu, tirando el corcho de este contenedor sin valor, te puedas perder en los sabores y aromas de Augusta y su inmenso río que se extiende hasta abrazarse con el océano. Dentro de esto, está contenida la tierra en que mis pies han caminado, el agua que ha lavado mi cuerpo cansado ​​y pequeños tesoros que el mar me ha dado y ahora pongo y encomiendo a las tus valorosas manos, junto con un mensaje del fantasma que he conocido:
 

“ Todo lo que ha sido nuestro, aunque solo por la casualidad de la coexistencia o de la vista, porque ha sido nuestra se ha convertido en nosotros” Augusta esta en tus  manos  mi venerado Kan, a través de esta botella tu puedes captar el sabor y el olor y, finalmente, Augusta será tuya para siempre.



1 commento:

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